“Il vampiro di Venezia” – Recensione

“Il vampiro di Venezia” esce nel 2017 ed è scritto da Giada Trebeschi.
Questo libro mi è capitato sottomano per caso, il titolo mi ha subito incuriosito e la trama ha fatto il resto.
Siamo in una Venezia cinquecentesca, forse in uno dei periodi più cupi della Serenissima, la peste decima la popolazione e la morte è ormai una compagna ricorrente.
Il negromante Nane Zenon dovrà collaborare con il Signore di Notte Orso Pisani, uomo analitico e non credente, per scoprire il colpevole di una serie di efferati delitti, ma chi sarà mai l’autore di questi omicidi?
Dei masticatori di sudari tornati dall’oltretomba per vendicarsi dei vivi o qualcuno di più terreno?


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Un thriller interessante con delle tinte mistery, quello che più colpisce è senz’altro la descrizione del periodo storico e dei luoghi in cui avvengono gli eventi narrati, una trama ben architettata che a tratti strizza l’occhio ad “Angeli e Demoni” di Dan Brown o ai romanzi di Follett.
Il titolo potrebbe ingannare un lettore disattento perché fa subito pensare ad un qualcosa di soprannaturale, ma la scrittrice ha volutamente usato questo risvolto spiegando nelle note finali la fonte da cui ha preso spunto per raccontare la storia.

Una lettura scorrevole che piano piano ingrana con i primi capitoli propedeutici all’evoluzione della vicenda che, con dovizia di particolari, ci danno un ritratto preciso  della situazione sociopolitica dell’epoca.

 

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I personaggi protagonisti hanno entrambi un interessante background, quello di Nane è intriso di malinconia, un senso di colpa lo opprime e trova conforto nell’oblio della droga, l’incontro con Pisani lo risveglierà da un torpore che si porta dietro da tempo. Dall’altra parte il Signore di Notte è una figura molto autoritaria che ha alle spalle  un’ossessione che in parte offuscherà il suo giudizio sulle indagini.
Attorno a loro compaiono vari personaggi, quello più curioso è il mercante Adàmas pieno di mistero e fascino, con lui il servo Paulus fedele e dedito al suo padrone fino alla morte.

L’autrice è molto brava a tenere le redini del gioco senza farci scoprire il colpevole quasi fino allo fine, ma dato il finale ad effetto avrei preferito che non fosse stato così sbrigativo e che gli avesse dedicato qualche pagina in più.

Un libro da leggere in un pomeriggio, per viaggiare nel tempo e per immergersi in luoghi di un’altra epoca, seguendo un thriller storico dai mille volti.

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Tatiana Coquio

Amo alla follia la settima arte, la sceneggiatura è ciò che mi interessa di più in un film, tanto da aver fatto qualche studio in merito.
Star Wars fan da una vita e serie TV addicted. Lettrice compulsiva, sempre pronta ad appuntare note e pensieri un po' ovunque, quando posso viaggio per il mondo accompagnata dal mio fido ipod e una colonna sonora a tema.

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