Molly la gatta che sapeva amare di Melissa Daley – Recensione

“Molly la gatta che sapeva amare” è la storia semplice e tenera di una gatta tigrata, Molly, che dopo tre anni di vita felice e comoda con la sua padrona umana, Margaery, una donna anziana molto buona e dolce, si ritrova costretta a lasciarla e diventare randagia.

Per la piccola Molly, abituata alla vita tranquilla di micia domestica, non sarà facile, ma sarà lei stessa a scegliere quella via dopo una parentesi non proprio felice con il suo nuovo padrone, Rob, un uomo rude, incapace di amare gli animali.

Molly scappa, anche grazie all’aiuto di un’altra gatta, verso la città e qui troverà tanta ostilità dalla gente e da altri gatti ma all’improvviso le si aprirà uno squarcio di luce grazie a un micio bianco e nero e a Debbie, una donna separata con una figlia, Sophie, con mille problemi, un bar appena aperto e tanto dolore nel cuore…

Mi sono innamorata di questo libro in pochi attimi, vivendo insieme alla piccola micia tigrata, non solo perché ci viene raccontato tutto dal suo punto di vista ma anche perché chi lo ha scritto ha veramente a cuore questi magnifici animali.

Melissa Daley

Come era successo per altri libri letti sui gatti, “A spasso con Bob” e “I gatti di Nizamuddin”, non ci viene risparmiato niente della difficile vita dei randagi, tanto che il lettore si sente avvolto più volte da una nube di tristezza e disperazione. Il senso di abbandono di questi piccoli animali e di altri emarginati fa paura, orrore perché in troppi girano la testa dalla parte di là pensando di venire infettati dalla sporcizia e dalla povertà, come se fossero dei virus.

Tuttavia, il libro, non manca mai di coltivare una speranza concreta, l’amore che unisce animali e esseri umani traspare in maniera altrettanto forte, facendoci capire come siano veramente loro a scegliere noi, tra la folla, riuscendo a vedere oltre le nostre apparenze, scavando fino a vedere la nostra anima.

 

Un altro punto a favore di “Molly la gatta che sapeva amare” è la costruzione del rapporto tra Debbie e sua figlia Sophie, diametralmente opposto a quello tra Margaery e il suo odioso figlio. Sophie, in apparenza, sembra simile a quest’ultimo, talmente odioso da considerare spazzatura tutta la vita della madre, capirete perché leggendo, mentre Sophie si comporta in maniera dura perché è stata ferita a sua volta, una ferita involontaria da parte della madre che la adora, segno che spesso si creano dei grossi problemi anche non volendo, anzi cercando pure di fare del bene, fuggendo da una brutta situazione. Debbie, nonostante i suoi errori e anzi anche per questi, si dimostra una madre esemplare, una donna capace di mettere sempre al primo posto la figlia, andando oltre le sue brutte maniere e permettendo a Molly di darle forza e coraggio.

La scena più bella del libro, tuttavia, non riguarda loro. Una scena splendida e straziante, che è una sorta di chiusura del cerchio per tutti i personaggi che non vi svelerò.

Per chi ama i gatti e la voglia di credere di avere sempre una seconda chance.

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Silvia Azzaroli

Sono una Scrittrice perché quando scrivo mi sento viva e posso visitare nuovi mondi e nuove terre;

Il mio motto è:
"Siamo universi dentro altri universi." (Ho Sognato Babilonia)

Adoro camminare e andare in bici;

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Star Wars/Trek Geek, Proud Hamster, Fringie, Whoovian, MCU Fan, Sci-Fi Geek;

Amo la Fantascienza, che per me è il genere per eccellenza ma apprezzo anche i Noir, i Romanzi storici, i Saggi e il Fantasy;

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Sono affascinata dalla Scienza anche perché volevo diventare medico .
Adoro figure storiche femminili che si sono contraddistinte in questo campo,
in particolare Sabina Spierlein (madre della psichiatria moderna),
Margherita Hack grande astrofisica italiana),
Samantha Cristoforetti (Geniale astronauta italiana).

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