Addio a Bruno Ganz – l’angelo dai mille volti

Disclaimer: le immagini e le sequenze usate appartengono a: Werner Herzog Filmproduktion, Gaumont (Nosferatu); Monogatari, Istituto Luce, RAI (Pane e Tulipani); Road Movies Filmproduktion, Argos Films, Westdeutscher Rundfunk (Il cielo sopra Berlino); 01 Distribution ( La caduta); Zentropa e Videa (La casa di Jack)

Nei giorni scorsi ci ha lasciato un gigante del cinema, Bruno Ganz.

Nato a Zurigo il 22 marzo 1941, era, senza ombre di smentite, il più grande attore svizzero.

Capace di recitare in tedesco, inglese, italiano e di interpretare una miriade di ruoli al cinema e in teatro, aveva la capacità più unica che rara, di rendere straordinariamente reali e veri ogni tipo di personaggio che interpretava.

Passionale eppure misurato, a volte tenero ma non sdolcinato, altre volte spaventoso ma mai volgare o sopra le righe, Bruno Ganz ti restava dentro per giorni, mesi e anni e era difficile levarsi dai pensieri ciò che ti aveva dato attraverso quei personaggi.

Lo “incontrai” la prima volta a scuola, vedendolo in “Nosferatu, Il principe della notte” di Werner Herzog, maestro del cinema tedesco, nel ruolo di Jonathan Harker, un Jonathan Harker molto diverso da quello che il cinema ci aveva raccontato fino a quel momento.

Harker, infatti, lentamente ma inesorabilmente finisce per farsi plagiare dal Conte Dracula, affascinato dal male come un virus, non ne uscirà più, arrivando a rinnegare  tutto, anche se stesso e l’amore per la moglie, l’amata Lucy (qui i ruoli, rispetto al romanzo, sono invertiti. E’ Lucy e non Elizabeth la moglie di Harker), interpretata da una divina Isabel Adjani, nonostante i vari tentativi di tornare a casa per fermare il mostro, finirà per diventare come lui, se non peggio.

La sua cavalcata verso la Transilvania fa paura perché è un viaggio senza ritorno, colmo di solitudine e male e Bruno Ganz riuscì a rendere il suo Harker sempre più spettrale e inquietante, mettendo addosso allo spettatore  un’angoscia terribile.

Bruno Ganz è l’angelo Damiel

Passano pochi anni e Ganz divenne Damiel, l’angelo più umano che abbia mai varcato la cinematografia, in “Il cielo sopra Berlino” del grande regista tedesco Wim Wenders Innamorato della vita, dell’umanità e di una donna unica, non solo per la bellezza sublime, la tenace trapezista Marion (indimenticabile Solveig Dommartin, che ci lasciò anche lei troppo presto), Damiel si fa travolgere dal mondo, scegliendo di esserne parte fino in fondo. Lo sguardo di Ganz era ed è qualcosa di meraviglioso, impossibile non amarlo, impossibile non sentirsi avvolta da quello sguardo, che pare essere quello di Dio totalmente innamorato della sua creatura da rischiare tutto.

Passa ancora qualche anno e diventa Ferdinando Girasole, il timido e poetico cameriere di “Pane e Tulipani” che, sull’orlo del suicidio, riscopre e fa riscoprire la vita alla dolce Rosalba (Licia Maglietta è sempre un’attrice splendida), distruggendo ogni forma di bigottismo sul matrimonio.

“Intenderei calare negli abruzzi” dice infine per andare a liberarla definitivamente dal giogo di questo stupido matrimonio, come un vero principe azzurro, in un rapporto di vera parità tra due persone intelligenti e belle.

E nel 2004 eccolo di nuovo in un ruolo negativo, una delle sue prove più impegnative, ne “La Caduta” dove era un credibilissimo Hitler, tanto da fare paura e diventare nel tempo, involontariamente, uno dei video meme più belli della rete. Ganz all’inizio non li gradì ma quando capì che erano un elogio alla sua performance, cominciò ad amarne anche qualcuno, soprattutto per certi ideali.

Spesso ospite del “Locarno Film Festival” dove passava come un amico e mai come una star, nonostante fosse la star più amata della Svizzera e che lo celebrò pochi anni fa con un sacrosanto Pardo d’Oro alla carriera, rifiutò persino di fare pubblicità a una ditta di cosmesi, non sentendosi adatto ma lo fece con grande stile da lasciare un’ottima impressione anche a chi glielo propose.

Sembra destino o quasi che il suo ultimo ruolo sullo schermo sia stato quello di Virgilio in La casa di Jack del controverso regista danese Lars Von Trier, segno che Ganz scegliesse i copioni non per le mode ma per altro, per il loro valore.

Il suo ultimo compagno sullo schermo, l’attore americano Matt Dillon, anch’egli legato più al cinema indipendente che ai kolossal, si è detto onorato di aver lavorato con lui “è sempre stato uno dei miei attori preferiti” citando uno dei suoi ruoli più sconosciuti, quello del giocatore di scacchi in Schwarz und weiß wie Tage und Nächte (Black and White like Day and Night)  e sinceramente addolorato per la perdita:

Sono molto triste del ‘passaggio’ di Bruno, un grandissimo attore, uno dei miei prediletti. Mi sento anche molto fortunato ad aver potuto lavorare con lui. Avevo 17 anni quando ho visto per la prima volta il suo personaggio del giocatore di scacchi che impazzisce, l’ho amato sin da allora. Tra l’altro sono stato ingaggiato prima di lui e Lars poi mi ha mandato un sms con la sua foto e scritto sotto: ‘Virgilio?’. Sono stato molto felice. Non sono riuscito a vedere il film con loro due, poi ho chiamato Bruno per sapere cosa ne pensasse e mi ha detto: ‘è una delle cose più belle che abbia mai visto, e tu sarai orgoglioso della tua prova’.”

Difficile riassumere tutta la sua carriera, ci piace ricordare anche le sue tante performance teatrali, tra cui “Prometeo” di Eschilo, diverse opere di Bertold Brecht e le sue varie esperienze al Teatro Piccolo “Strehler” di Milano, a cui era legatissimo, dove, tra gli altri, fece “Le Retour” del celebrato drammaturgo inglese Harold Pinter.

Idealmente ci piace pensare che Damiel abbia ritrovato la sua Marion in cielo e che ci osservino da lassù sorridendo e accigliandosi, leggendo il nostro pensiero anche nei momenti meno felici, come solo gli angeli sanno fare.

Domani Over There proseguirà con l’omaggio al grande attore svizzero, con una recensione di Simona Ingrassia su “Il cielo sopra Berlino”.

 

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Silvia Azzaroli

Sono una Scrittrice perché quando scrivo mi sento viva e posso visitare nuovi mondi e nuove terre;

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