Questa settimana intervistiamo per voi la scrittrice Giusi Dottini, autrice di Danzando con i propri Demoni, Lezioni di Tango, Ebbrezza di Cioccolato e 2 Pianeti.
Cara Giusi grazie per aver accettato di farti intervistare dal nostro sito.
La prima domanda, classica: come nasce la tua passione per la scrittura?
Prima è nata la passione per la lettura. Per questo devo ringraziare i miei professori, mia madre e mia sorella che seminavano libri per casa, e la mia curiosità. Ho capito che potevo scrivere con l’avvento della chat. Un amore virtuale, (nato per gioco, io non ero io e lei non era lei) ha prodotto pagine e pagine di passione, finito poi in mala maniera. A quel punto ho capito che era meglio scrivere un romanzo che chattare, e così è nato Danzando con i propri demoni.
Cosa ti attira dell’universo omosessuale da farne il tuo cavallo di battaglia?
Cosa mi attirava. Nel senso che ora la curiosità è finita. Qualsiasi sito, trasmissione, ovviamente romanzo, oggi tratta, anzi stupra l’argomento. Dunque non ho più quell’attrazione che avevo venti e dieci anni fa. Adesso sono orientata verso i sentimenti sui generis. Un tempo pensavo all’amore tra uomini come qualcosa di romantico, intenso, unico. Non da sbandierare e scendere in piazza come un sindacalista, ma da vivere tra i chiari scuri della vita. Che spesso sono i momenti migliori. Pensa ai film di Ozpetek, un tempo erano così belli, poi sono diventati banali.
Ricordo, non molto tempo fa, che avevi scritto un romanzo, Lezioni di Tango, in stile commedia romantica per una bella coppia omosessuale allo scopo, dichiarato, di voler mostrare la normalità, la quotidianità delle coppie omosessuali. Come è andato quel libro? Io ricordo che ebbe un certo successo tanto che si parlava di un sequel…
Il successo lo decreta il pubblico e il pubblico arriva se alle spalle dell’autore c’è una spinta importante mediatica, i casi isolati degli esordienti che vendono milioni di copie sono, per l’appunto, casi isolati. L’editore che ha pubblicato Lezioni di tango, (scritto in collaborazione con Alessandra Giusti) non si è mai interessato a promuoverlo perché aveva più interesse a promuovere i propri lavori. Ergo, dopo essermi riappropriata dei diritti d’autore, con Alessandra pensiamo di renderlo di nuovo disponibile su Lulù.com. Sì, ha avuto successo, nel senso che tutti quelli che hanno avuto modo di leggerlo lo hanno amato.
Ricollegandomi alla domanda precedente: perché è così difficile parlare di omosessualità senza sfociare nella tragedia? Forse perché le coppie non sono ancora del tutto accettate? O perché fa più colpo il dramma a tinte fosche?
Dopo l’ultima recentissima esperienza, e non dirò di cosa si tratta, la vera tragedia è che i primi a non accettare queste storie d’amore, raccontate in maniera semplice, senza cadere nel tragico e con un lieto fino che dovrebbe infondere speranza, sono i gay stessi. Non tutti, ovviamente, ma sembrano disturbati all’idea che a scrivere sia una donna né trans né lesbica. Se gli altri preferiscono far suicidare i loro personaggi, io preferisco farli innamorare e rinascere nell’amore.
So che stai scrivendo da tempo un romanzo sull’omosessualità del mondo del calcio. A che punto sei? Se non sbaglio si parlava di Cairo Editore…
Insieme a Paolo Colombo, giornalista di La 7, sì. Un romanzo del genere avrebbe bisogno di un ottimo editore. La trattativa con Cairo è infinita per problemi di marketing legati al doppio nome in copertina. Dunque io e Paolo ci stiamo guardando intorno.
Di recente hai pubblicato, tramite la piattaforma di autopubblicazione Lulu, 2 Pianeti. Come nasce e cosa racconta 2 Pianeti?
2 Pianeti l’ho scritto insieme ad Annamaria Sottani. Nasce da una grande amicizia virtuale, e come tutte le cose virtuali, cioè che vivono prevalentemente di parole in uno schermo, il rischio dell’incomprensione è dietro l’angolo. Alzare il telefono per chiarirsi troppo ardito, e così, di questa grande amicizia restano ora ricordi, foto e tanti bellissimi romanzi, tra cui, a mio parere, il più coraggioso e intenso è 2 Pianeti. Due belle menti hanno creato un bel romanzo e dunque non ti dirò cosa racconta, perché sicuramente ora avrai voglia di leggerlo…
Perché la scelta di autopubblicarsi?
Perché perdere tempo a cercare un editore che non farà nulla per il tuo romanzo? Non lo pubblicizzerà? Non organizzerà eventi? Presentazioni? Non ti farà avere visibilità attraverso siti web, o addirittura riviste e trasmissioni televisive? Gli editori, soprattutto piccoli e medi, cercano nomi altisonanti per lucrare e per chi mette in vetrina i romanzi come se fossero strumenti ginnici, non ha importanza quello che c’è dentro il pacchetto. Per questo ora vanno per la maggiore youtuber e blogger. L’importante sono i followers non il contenuto del racconto o come è scritto. E siccome io a questa logica io non mi abbasso, aspetterò di pubblicare con un editore, quando a pubblicare romanzi saranno di nuovo gli scrittori.
Anche io scrivo a quattro mano con la mia cara socia Simona Ingrassia e penso sia fantastico, ma bisogna trovare la persona con cui avere il giusto feeling.
Esatto. In questo sono stata quasi sempre fortunata. Con Annamaria lo sono stata.
Com’è essere donna etero e scrivere su tematiche omosessuali? Come vieni considerata dagli ambienti omosessuali?
L’ho accennato sopra cara Silvia, in alcuni casi con curiosità ma senza malizia. Diciamo riguarda sempre la sensibilità e l’intelligenza delle persona. Ad esempio, il grande scrittore Fabio Croce (non che editore) ha sempre amato i miei romanzi e non si è mai fatto problemi che a scrivere storie gay fosse una donna. Così come Fabio Canino. E, ovviamente, Paolo Colombo. Ma potrei farti altri nomi di tantissimi amici che mi sono stati vicini in questi anni e hanno tifato per me. Poi però c’è sempre chi storce il naso e fa opposizione. Che vorrebbe relegarmi a mamma che prepara lo zaino e sparla davanti alla scuola, lamentandosi di come è opaca la sua vita. A questo proposito, sto attraversando una lunga fase di mancanza d’ispirazione. Il solito blocco della scrittore forse, non lo so. Mi auguro che quando tornerò a scrivere, spero presto, il mondo dell’editoria e la mentalità di certi ambienti omosessuali, sia evoluta. E, aggiungerei, anche quella di certi direttori marketing.
Grazie di cuore per questa intervista cara Giusi.
Silvia Azzaroli
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