In memoria di te

Quando è cominciato tutto?
Quando abbiamo iniziato ad assuefarci, a smettere di restare emotivamente coinvolti?
Eppure non c’è quasi giorno che passa senza che esso porti con sé il suo fardello di morti senza nome, inghiottiti, prima ancora che dalle onde del mare, da un mondo occidentale che non vuole saperne di loro.
Questa mattina, in via del Corso a Roma, l’arte è scesa in strada, come strumento di partecipazione sociale per non dimenticare tutti coloro che in un Mediterraneo da attraversare avevano riposto la realizzazione di sogni, speranze e progetti, mentre invece in esso hanno trovato la morte.
Opere d’arte disegnate dal vivo dall’artista Massimilano Ferragina e donate ai passanti, affinché il ricordo di troppe vittime non sbiadisca, affinché il valore della vita umana senza alcuna distinzione non venga mai più dimenticato.

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Suscitare la curiosità dei passanti è stato facile, grazie anche alle due intense performance La morte non fa notizia e Pietas questa sconosciuta, nelle quali il dramma dei migranti è stato ricordato con parole struggenti, gesti simbolici e silenzi evocativi.

Vincere la loro diffidenza invece è stata una sfida che ci ha segnato profondamente e che è un invito a riflettere a come siamo diventati.

Ci siamo imbattuti in turisti incuriositi provenienti dal Giappone, totalmente ignari della tragedia avvenuta nel Mediterraneo, IMG_0001 (2)ma anche in semplici passanti nostrani che hanno mostrato vivo interesse e sincera commozione per l’evento. Non sono mancati coloro che al primo cenno di saluto ci hanno fissato come se fossimo stati alieni appena atterrati sul pianeta Terra, tanto forte è ormai l’abitudine a non dare retta alle persone che ci circondano. C’è stato il passante che si è fieramente dichiarato disinteressato e testualmente “amorfo”, ma anche il sacerdote (!!!) che con un semplice “no, grazie” ha tirato dritto, fingendo di non ascoltare l’appello a fare memoria di una tragedia su cui non deve e non può calare alcun sipario.

IMG_0052 (2)Speranza estrema,
fiducia rischiosa.
Pilato se ne lava
ancora le mani.
Solo il mare ha ascoltato
il vostro grido.
Le onde ne faranno
eternamente eco.

(Testo di Virginia Di Mauro che ha accompagnato la performance)

 

Buio, riflessi,
vado giù.
Lo so! Acqua sei crudele
mi hai promesso la vita
mi hai portato la morte.
E mia moglie, mia madre
mio figlio mio fratello
felici di partire
per l’ultimo viaggio…

fate memoria che questo è stato

sono un sogno
sono un bacio
sono un bimbo
sono un sorriso
sono nuvola
sono fuoco
sono amante
sono amato
sono un essere umano
sono morto

ricordami e sarò vivo!

(testo di Massimiliano Ferragina che ha accompagnato la performance)

 

“In memoria di te”, poiché ognuna delle vite a cui le onde del mare hanno fatto da ultima casa è un “tu” vicino, che ci interroga personalmente ed esige la nostra risposta. Non sappiamo quale sia il nome suo e di tutti i suoi compagni, non sappiamo quali sogni avesse, a cosa pensasse prima di addormentarsi la sera o per cosa gli piacesse sorridere.

Non lo sapremo mai.

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