LA LINEA VERTICALE: realtà, incubi, sogni e desideri di un malato oncologico

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D’ora in poi dovrai rigare dritto, come su una linea verticale, col cibo, le medicine, insomma seguire tutto quello che dicono i medici: è l’avvertimento di Amed al suo vicino di letto Luigi, perché “Verticale: sei vivo; orizzontale: sei morto”.

Questo il senso dell’originale titolo di una serie tv messa in onda da RAI3 tra gennaio e febbraio 2018, otto brevi puntate abbinate a due a due e visionabili (ancor prima della messa in onda) anche su RaiPlay. Basata sul libro di Mattia Torre che ha curato anche la sceneggiatura insieme a Valerio Mastandrea, il quale è anche l’interprete principale mentre la moglie è Greta Scarano.

Il protagonista Luigi è un giovane papà, con la moglie in attesa del secondogenito, a cui in seguito a un episodio di “ematuria” (sangue nelle urine) viene diagnosticato un tumore al rene. Tra realtà e sogno, flashback, incubi, e desideri di un futuro felice, seguiamo le vicende del malato oncologico in un reparto di urologia di un grande ospedale romano (in realtà le riprese sono state effettuate all’Ospedale del Mare di Napoli), dal ricovero alla dimissione.

 

Ogni episodio ruota attorno a un tema, dal rapporto del malato col cibo, al fastidio dei drenaggi, fino alla spasmodica attesa dell’esito dell’esame istologico, sempre giocando sul filo dell’ironia in un intreccio di situazioni surreali e a volte decisamente grottesche: alcune veritiere o verosimili, altre meno o per nulla, quantomeno nella mia esperienza personale di ricoverata (altro discorso se parlo da familiare di ammalati ricoverati in altre strutture… e anche nel “centro d’eccellenza” dove sono stata operata non ho trovato la stessa accoglienza quando ho dovuto sostenere alcune visite in un altro reparto…).

I personaggi sono un campionario di varia umanità: Amed è persiano e per questo tutti si comportano come fosse un extracomunitario straccione arrivato su un barcone per sfuggire alla miseria ecc. ma in realtà è in Italia da decenni e ha un elegante negozio di antiquariato. Poi c’è il ricoverato che è peggio di un professore, parla in “medichese” ed elargisce consigli e diagnosi. Un altro è “recidivo” nel senso che ha già subito un intervento due anni prima, chiama tutti per nome come vecchi amici ma incredibilmente nessuno si ricorda di lui, nessuno tranne l’insospettabile: il giovanotto tamarro e tatuatissimo della portineria. Un paziente sui generis è il cappellano dell’ospedale, non molto solerte nelle sue funzioni in effetti, che resta completamente spiazzato ed entra in crisi quando gli viene diagnosticato il tumore alla prostata e “passa dall’altra parte”: significativo quando qualcuno gli dice “Se tu consolavi i pazienti, adesso chi consola te?”.

Paolo Calabresi è don Costa

Neanche il cappellano sostituto fa una gran bella figura, è un anziano frate che si perde in reminiscenze d’infanzia: per fortuna nella realtà ci sono anche cappellani che, diciamo così, si rendono utili anziché stressare ulteriormente i pazienti.

Anche la sfilata di medici e infermieri è un teatro: c’è la caposala che alla sua postazione non fa che ascoltare i cd de “Il Volo” cantando a squarciagola, c’è l’infermiera stressata dalla corte troppo insistente di un medico, c’è il dottore che all’esposizione di qualsiasi sintomo (foss’anche l’unghia incarnita) risponde “Quelli sono i vasi”, e l’altro medico che dribbla le domande dei pazienti girando i tacchi verso l’uscita a velocità di crociera.

Viviamo anche la perplessità di Luigi quando, sottoponendosi settimane prima a una visita urologica, si trova un dottorino alle prime armi… che tuttavia gli fa la diagnosi giusta; e chi come me è passato da una situazione analoga avrà “sentito” nel cuore lo sguardo di Luigi alla moglie, uscendo dallo studio medico con un simile verdetto.

Alvia Reale e Babab Karini sono la caposala e Amed il persiano

I personaggi più “luminosi” sono appunto la dolce e forte moglie di Luigi, e il misterioso professor Zamagni, il chirurgo che lo opera. Misterioso perché i suoi incontri con Luigi avvengono probabilmente solo nella mente del paziente: tutte le volte che Luigi sostiene di averci parlato, di aver ricevuto da lui rassicurazioni e incoraggiamento, gli infermieri smentiscono che fosse in reparto. O era a un convegno dall’altra parte del mondo, o era in sala operatoria, perché “opera solo lui” in quanto “è il più bravo”. (In quei momenti si ha bisogno della persona di cui potersi fidare.)

Anche il giorno della dimissione vediamo un abbraccio gioioso in ascensore tra Luigi, la moglie e il professore… ma all’aprirsi delle porte dell’ascensore esce solo la coppia di sposi. Quella della malattia non è una parentesi chiusa, ci sarà un prosieguo di cure, ma il male di Luigi è di quelli curabili con i farmaci. C’è tutta una strada davanti, che i due coniugi faranno insieme (con i loro bambini): “Facciamo un passo alla volta” diceva nella fiction un’altra giovane dottoressa.

Valerio Mastandrea e Greta Scarano interpretano Luigi ed Elena

Il rapporto di Luigi con Zamagni è molto bello, fatto di fiducia, di sorrisi, di rispetto; anche se lo spettatore non saprà mai se si siano “realmente” incontrati (ma la realtà è solo quella fisica? O ciò che accade dentro di noi?). Mi ricorda molto il rapporto con il “mio” chirurgo. La sera dopo l’intervento, quando venne in camera a salutarmi dopo aver operato tutto il giorno, lo pregai di ripetermi quello che mi aveva detto in sala operatoria, perché non ero sicura di esser stata del tutto sveglia e di aver capito bene… ma il momento in cui mi svegliarono chiamandomi a gran voce, e vidi lui che con la mascherina abbassata mi spiegò tutto quello che avevano fatto e che non avrebbe potuto andare meglio di così, resterà uno dei ricordi più belli della mia vita.

Anno 2018
Formato serie TV
Genere commedia drammatica
Stagioni 1
Episodi 8
Durata 25 min (episodio)
Lingua originale italiano
Crediti
Regia Mattia Torre
Soggetto Mattia Torre (libro)
Sceneggiatura Mattia Torre, Valerio Mastandrea
Interpreti e personaggi
Casa di produzione Rai FictionWildside
Prima visione
Data 6 gennaio 2018
Rete televisiva RaiPlay
Rai 3

 

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