Mostra Pixar Roma – 30 anni di animazione


Disclaimer: Foto e ripresa Zootropio, i cui diritti appartengono alla Disney, sono stati fatti da Silvia Azzaroli.
La Mostra Pixar, che celebrava i 30 anni di animazione, è terminata lo scorso 9 gennaio, è stata in scena per tre mesi al celebre
Palazzo delle Esposizioni.

Presenti alla mostra centinaia di bozzetti, tra cui quelli di Testa Patata. Riproduzione Pizza Planet matita su carta. Calchi in resina uretanica di Lotso, Woody e Buzz.
Nel 1995 arriva Toy Story una sfida sia per Lasseter sia per quanto riguarda la computer grafic, tecnica allora incerta nel riprodurre materiali organici come la pelle e i capelli.
Presenti Color script di Toy Story pastello su carta e anche con la stessa tecnica Reparto spaventi di Monster e Co.
La minuziosa scelta di colori per riprodurre l’ambientazione voluta.
Ci sono presenti anche vari dipinti digitali tra cui uno di Toy Story 3 con un omaggio a Totoro di Miyazaki. i ¾ del processo vengono dedicati alla storia che si divide in storyboard, dove viene accennata e story reel che è il film completo.

Ovviamente non poteva mancare
Alla ricerca di Nemo.
Stanton ha affermato di avere l’idea di un mondo subacqueo sin da Toy Story. L’ispirazione proviene da una sua passeggiata con il figlio. Lui era più attento a proteggerlo dai vari rischi che potevano capitare invece di godersi il tempo trascorso con il figlio. Da qui lo spunto per la creazione di Marlin, padre ansioso e iperprotettivo. Il cardine della storia è la sua credibilità. Quando si mettono giù le basi di una storia si inizia a studiare l’ambientazione. Per dare credibilità a Nemo, per rendere realistica la sua fantastica ambientazione, sono state necessarie molteplici immersioni con alcuni biologi specializzati, in modo da comprendere e ricreare in maniera realistica la vita marina. Inoltre all’epoca era appena stata fatta la scoperta della “memoria corta” dei pesci.
Cars invece proviene dall’esperienza persona di Lasseter nel mondo degli autoricambi della California del sud, grazie al padre che possedeva un negozio.
Gli incredibili fu il primo lungometraggio Pixar ad avere soggetti umani. Il soggetto è di Brad Bird (già regista del bellissimo Il gigante di Ferro) e si è detto intrigato dall’idea di raccontare una storia su una famiglia costretta a tenere nascosti i propri super poteri. Presenti vari modelli in resina.
La cosa più bella è stato vedere lo Zootropio con vari personaggi Pixar che attraverso movimenti e suoni diventavano reali sotto i nostri occhi. Lo zootropio è un’invenzione del 1867 ed era popolare alla fine del XIX secolo. Era composto da 18 inquadrature costituite da sculture in tre dimensioni – maquette – che scorrono a velocità sufficiente da essere percepito dall’occhio umano come movimento. E’ a tutti gli effetti alla base costitutiva non solo del cinema di animazione, ma del cinema tout court.


Il colorscript invece vuole essere uno studio approfondito ponendo le basi per la struttura cromatica del film.
In Up le scene vengono mostrate secondo una doppia visione quella di Carl e di Ellie. ( E pensare che qualcuno aveva detto di essere il geniale inventore di questa cosa… riferimenti a Sarah Treem non sono puramente casuali)
I personaggi in questo lungometraggio hanno un’estetica stilizzata, quasi caricaturale, con forme forti e proporzioni esagerate.
Per quanto riguarda Inside Out c’è stata una scoperta che mi ha confermato che l’idea finale è sempre stata nella mente degli autori sin dall’inizio. Gioia ha il vestito con dei piccoli segni blu, ossia ha addosso il colore di cui è costituita tristezza, come per rimarcare ancora una volta che gioia e tristezza sono due facce della stessa medaglia e non può esservi una senza l’altra.

Lee Unkrick descrive Coco come una “lettera d’amore al Messico.” Ci sono voluti 6 anni per realizzarlo e trae ispirazione dalla natura giocosa del “Dia de los Muertos” ( la dimostrazione effettiva che i riti per commemorare i nostri cari estinti ci sono in tutto il mondo, basta solo cercare, vedere la festa giapponese del Tabanata ) in cui i messicani celebrano i loro defunti con canti, balli, cibo e filastrocche dedicate. Miguel, il protagonista, ha 12 anni e deve combattere contro la sua famiglia che gli impedisce di sviluppare il suo talento per la musica. Sono stati necessari diversi viaggi in terra messicana per dare vita, letteralmente, a quest’opera.
Brave è il primo lungometraggio non ambientato ai giorni nostri, diretto da Brenda Chapman e Mark Andrews. Ambientato ai tempi del medioevo, è la storia di una ragazzina, figlia di un re scozzese, che deve fare i conti con gli obblighi del suo rango. Sua madre la vorrebbe già decisa all’altare di un principe per rinsaldare alleanze ma Merida, la piccola coraggiosa ribelle, non è dello stesso avviso. Vi erano presenti diversi bozzetti fatti a pastello o a disegno digitale, studio dei capelli e di altri elementi costitutivi del personaggio.

Altra sfida per la Pixar con Ratatouille perché ambientata in una città realmente esistente ossia Parigi. Per la regia di Brad Bird da un’idea di Jan Pinkava è la storia del piccolo topo dall’olfatto sensibilissimo, che sogna di diventare chef. I creativi hanno speso diverse ore tra i fornelli, prendendo anche lezioni da veri e propri chef, per studiare tutti i dettagli. Sono state fatte molte fotografie in una cucina vera, del vero cibo per poterli ricreare in animazione. Come è ben noto il Ratatouille è un piatto povero di tradizione contadina, presente in tutto il mondo, in varie versioni, da noi si chiama caponata.
Nell’opera “Il viaggio di Arlo” il paesaggio del Nord ovest americano ha un ruolo preponderante nella narrazione. La Natura è la forza implacabile che guida le azioni dei personaggi. I creatori hanno fatto dei lunghi viaggi nel Wyoming, in Montana e nell’Oregon.
Nonostante Wall-E sia il nono film della Pixar, in realtà l’idea di un film su un robottino che assembla cubicoli di spazzatura su un pianeta Terra di fatto morto, è stata concepita nel corso di lavorazione di Toy Story quando – durante un brainstorming – si raccoglievano idee per possibili seguiti. Andrew Stanton, il regista, usò i brani del musical Hello Dolly per aiutarsi nel narrarne la storia. Come ben sapete all’inizio del film i dialoghi sono pressoché inesistenti. Si è voluto rendere l’idea della comunicazione attraverso le immagini.
In una stanza vi era presente la freccia temporale della Pixar dalla sua creazione fino ai giorni nostri. Inizialmente era una delle divisioni della Lucasfilm e poi è stata acquistata da Steve Jobs, dopo il licenziamento dalla Apple che lui stesso aveva contribuito a fondare. Il primo cortometraggio a firma Pixar è Luxo Junior, di Lasseter, ed è la ben nota lampadina che diventerà l’iconico logo della casa di animazione.

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