Operazione Nostalgia

«Scontato, brutto e noioso».
«È solo una copia dell’originale!».
«Si sono distanziati troppo dall’originale!».
Quante volte è capitato di assistere a lamentele come queste? Negli ultimi tempi, davvero molto spesso. Serie tv, libri, film e addirittura videogiochi vengono riesumati di continuo, accorciando le distanze tra passato e presente, e generando un ammontare di utili che farebbe impallidire ogni ideatore moderno.
Ma cos’ha di speciale l’operazione nostalgia? E perché è così diffusa?

Un osservatore critico punterebbe il dito sulla mancanza d’idee. Ormai, l’epoca dei mass-media è arrivata all’apice del proprio splendore ed è sempre più difficile trovare una storia che non sia già stata scritta, filmata, cantata, suonata e giocata. Eppure, la fantasia umana sembrerebbe essere sterminata, ma le variabili disponibili più comuni continuano ad incrociarsi in maniera inspiegabile, generando novità dal sapore di già visto.
C’è chi dà la colpa alle mode e forse, non ha tutti i torti. Oggi, il mercato si fossilizza su caratteristiche che ritiene essenziali per il raggiungimento del successo e perciò, mal tollera ogni offerta diversa da quella che va per la maggiore. I vampiri vendono? Canini affilati e rivoli di sangue spuntano ovunque. Lo zombie la fa da padrone? Ogni futuro immaginato diventa desolato, difficile e pericoloso, mentre orde di uomini morti invadono ogni angolo della terra, cambiando qualche dettaglio per incoraggiare le vendite.
Alcuni giustificano i ritorni più impensati con la necessità cinica di fare cassa, ma non ditelo in giro: le motivazioni meno nobili non vanno per la maggiore!

Chiari esempi di originalità contemporanea

L’operazione nostalgia è arrivata ovunque, spingendo i propri tentacoli su qualsiasi aspetto della vita moderna, come un succoso polipo di mare. Le vecchie glorie risorgono in maniera inspiegabile, senza chiedersi se ci sia davvero bisogno del loro ritorno.
Abbiamo assistito a decine di operazioni simili e ogni volta, ostinati e sognanti, ci siamo affrettati di fronte a cinema, negozi e siti internet, con aspettative gonfie e mucchi di soldi duramente sudati.
Ma poi, questa nostalgia c’era stata davvero? Sì e no.
Per mesi, lo spettatore (inteso come generico destinatario del prodotto malinconia) smania all’idea di poter tornare ai luoghi di film, serie e libri che lo hanno emozionato in gioventù, riportando alla mente la beatitudine dell’infanzia o dell’adolescenza vissute anni e anni prima. Stringendo il prodotto nelle proprie mani, lo spettatore finisce quasi sempre per essere deluso: indispettito, addirittura.
Perché non riesce a capire che le mode passano e che qualsiasi cosa è destinata a cambiare nel tempo? Lo spettatore è un nostalgico e fa quasi tenerezza nella sua forma di anziano cinematografico, letterario, televisivo e musicale, che prima si emoziona come un bambino e poi, in modo quasi inevitabile, scalcia e protesta come l’attivista più iracondo. Lo spettatore non sa andare avanti, ed emotivo come pochi, non sa accettare la fine delle proprie passioni. Come biasimarlo?

Negli ultimi anni, forse smossi da alcune delle ipotesi elencate a monte di questo articolo, molti produttori hanno dato via a innumerevoli operazioni nostalgia. Sebbene molte si siano dimostrate inconcludenti e non necessarie, alcune si sono rivelate dei veri e propri fenomeni di mercato.
I primi ritorni di fiamma di massa si sono verificati al cinema, soprattutto nel genere horror. Era il 2003 quando una giovanissima Jessica Biel (‘Blade Trinity’, ‘Elizabethtown’, ‘Next’) si scrollava di dosso l’ingombrante e irrealistico personaggio di Mary Camden di ‘Settimo Cielo’ e vestiva i panni di Erin, prima ‘final girl’ dell’epoca moderna. ‘Non aprite quella porta’ (2003) è stato il primo remake degno di nota del nuovo millennio, incassando ben 107 milioni di dollari e riportando in auge il terrificante Thomas ‘Leatherface’ Hewitt, dormiente in videoteca dal 1974. Il film ebbe diversi sequel e prequel, ma nessuno riuscì a competere con l’originale e il suo rifacimento più degno.
Nello stesso anno, ‘Nightmare’ (1984) di Wes Craven e di ‘Friday the 13th’ (1980) di Sean Cunningham si uniscono per dare vita a una battaglia ritenuta epica dagli appassionati di horror e splatter: ‘Freddy vs Jasons’ uscì nel 2003 e segnò l’inizio di una lunga serie di seguiti per Freddy Krueger e Jason Voorhees. Addirittura, il primo tornò al cinema con un reboot, ‘A Nightmare on Elm Street’ (2010), lasciando a casa l’interprete storico del divoratore di sogni, Robert Englund. Invece, ‘Friday the 13th’ (2009) andò perfino a insinuarsi nella saga originale, come intermezzo tra ‘Venerdì 13 parte II: L’assassino ti siede accanto’ (1981) e ‘Venerdì 13 parte III: Weekend di terrore’ (1982), rispettivamente secondo e terzo capitolo della serie.
Nel 2008 è arrivato al cinema ‘Halloween – The Beginning’, remake/prequel del più noto ‘Halloween – La notte delle Streghe’ (1978), seguito poi dal dimenticabile ‘Halloween II’ (2009). Nostalgia canaglia anche per ‘Scream’ (1996), sempre di Wes Craven, chiamato al duro compito di far risultare simpatica e capace Emma Roberts (‘American Horror Story’, ‘Screams Queen’) con ‘Scream 4‘ (2011). Buona prova invece per il ritorno di ‘The Evil Dead’ (1981), che anche senza Sam Raimi alla regia riesce a tirare su un remake/prequel omonimo nel 2013. Ascoltando le voci di corridoio, anche i cenobiti di ‘Hellraiser’ starebbero per tornare.
La nostalgia nel cinema non si limita, però, al solo horror. Basti pensare ai numerosi reboot/remake/sequel/prequel di ‘Spiderman’ (2002), ‘Batman’ (1989), ‘Psycho’ (1960), ‘Alien’ (1979), ‘Predator’ (1987), ‘Rocky’ (1976) e dal prossimo ‘The Goonies’.
Alcune delle serie tv più amate del passato sono tornate sul piccolo schermo solo di recente e hanno infoiato i fan più nostalgici.
Il ritorno più clamoroso è stato certamente quello di ‘Twin Peaks’ (1990), che dopo venticinque anni di assenza dalla tv ha fatto registrare ascolti non brillanti, nonostante la supervisione di David Lynch e Mark Frost e la presenza di Kyle MacLachlan nei panni del simpatico agente Dale Cooper. Grazie a Netflix, ‘Gilmore Girls’ (2000) è riuscito ad avere un finale degno solo nel 2016, con quattro puntate speciali da un’ora e mezza ciascuna. Nello stesso anno c’è stato il ritorno di un’altra serie molto amata dai fans: ‘X-Files’ (1992) è tornato con sei episodi che hanno lasciato lo spettatore felice, ma insoddisfatto e che proseguirà nel 2018 con una stagione intera vera e propria. Altri ritorni illustri sono quelli di ‘Star Trek’ (1966), di ‘Will & Grace’ (1998) e di ‘MacGayver’ (1985), mentre ‘Baywatch’ (1989) e ‘Power Rangers’ (1993) hanno trovato la strada del cinema per i loro rispettivi comeback. ‘Xena’(1995) e ‘Streghe’ (1998), invece, dovranno accontentarsi dei bei tempi andati, perché non ci sarà alcun effetto nostalgia per loro.
La malinconia non è un sentimento riservato ai soli amanti di film e telefilm, ma anche a molti altri fans.
Nel settore videoludico, Sony ha immesso sul mercato una console in versione speciale, che celebra il ventesimo anniversario della prima Playstation del 1995. Quest’anno, anche Nintendo ha ceduto all’operazione nostalgia, producendo il Nintendo Classic Mini, riproduzione miniaturizzata del più noto SuperNintendo di metà anni ’90. Nokia è tornata negli store con una versione migliorata del celebre e mai dimenticato Nokia 3310, soggetto di numerosi meme e gif sparsi per internet. Invece, Naughty Dog, produttore noto alle nuove generazioni per la serie di videogiochi ‘Uncharted’ (2007) e ‘The Last of Us’ (2014), ha riservato agli utenti Playstation il remake fedele di ‘Crash Bandicoot’ (1996): ad oggi, l’operazione ‘Crash Bandicoot – Insane Trilogy’ (2017) ha incassato circa 2 milioni e mezzo di copie. E il remake di ‘Spyro – The Dragon’ (1998) è già alle porte.
Nella musica sono note e ormai all’ordine del giorno le reunion di gruppi ormai abbandonati allo scorso millennio: Take That (senza Robbie Williams e da quest’anno, senza Jason Orange), Spice Girls (progetto poi abbandonato per lasciare posto alle fantomatiche GEM, Geri Emma Melanie B), Backstreet Boys (senza Kevin Richardson), Duran Duran, Blue, Aqua, Beach Boys, Black Sabbath, Blur, tutti riuniti all’insegna del facile guadagno.
Insomma, le emozioni fanno sempre sognare, ma spesso fanno anche guadagnare: soldi ai produttori e malattie dell’apparato digerente ai poveri fans illusi e delusi.

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