Perché non è una Mary Sue – Rey di Star Wars 7 – The Force Awakens

 Rey

Perché non è una Mary Sue –

Rey di Star Wars 7 – The Force Awakens

di Silvia Azzaroli e Simona Ingrassia

Torniamo con questa nostra rubrica consapevoli di prenderci un grosso rischio dato che abbiamo intenzione di parlare di un personaggio ancora in fase embrionale, la misteriosa e controversa Rey di Star Wars 7 – The Force Awakens, interpretata dalla bella e brava attrice britannica Daisy Ridley, lanciata da serie tv inglesi come Youngers, Testimoni silenziosi, Mr Selfridge e Casualty. Siamo consapevoli che Rey è appunto ancora all’inizio del suo cammino perciò è assai possibile che il lavoro fatto finora possa essere demoliti nei due seguiti.
Non la escludiamo.
Non siamo cieche.

Sappiamo che il cinema, ma anche la letteratura e le serie tv, ci hanno abituato a degli splendidi esordi e dei pessimi seguiti, quindi ci andiamo con i piedi di piombo.

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Rey viene abbandonata sul piccolo pianeta desertico Jakku, ai margini della Galassia, da qualcuno di molto potente, che voleva tenerla al sicuro.
Sappiamo che è  predestinata alla Forza, una sorta di nuova prescelta (anche se il solo prescelto di Star Wars resta Anakin Skyawalker, chiariamo), non ci vuole una scienza per capirlo e già questo ha fatto storcere il naso a presunti puristi della saga i quali ritengono che il prescelto possa essere solo un uomo.
Tra le perle che abbiamo sentito in questi mesi si potrebbe organizzare un festival.
Memorabile il: “Ma usa la Forza sena saperne nulla, senza una base, gli altri eroi non hanno fatto così, solo perché è una donna…”
Ah sì? Davvero gli altri eroi hanno avuto bisogno di un addestramento per usarla?
Luke, non sapendo assolutamente niente della Forza, se non quattro parole dette da Obi-Wan, usa la Forza per far esplodere la Morte Nera.
Anakin vince la gara di sgusci usando anche la Forza oltre le sue indubbie abilità di pilota.

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A proposito dei suoi primi passi nella Forza c’è chi ritiene che siano troppo veloci, troppo accelerati, mostrandoci il ritratto di una persona che già sa tutto e sa come agire.
E noi ci poniamo la domanda: abbiamo visto lo stesso film?
Perché vorrei ricordare a questi signori la prima reazione che ha avuto di fronte alla cosiddetta “chiamata alle armi” da parte della Forza: Rey era su Takodana nella locanda di Maz Kanata, una piratessa aliena che può aiutare BB-8 a raggiungere la Resistenza. Nei sotterranei del castello di Maz, Rey trova la spada laser appartenuta a Luke e a suo padre prima di lui e ha una visione. Non sappiamo se si tratta di immagini dal passato o dal suo futuro. La voce che la richiama è quella di Obi-Wan, che da adito a mille ipotesi ma che sono del tutto premature in questa fase della storia. Ciò che ci interessa rimarcare è la sua reazione. Rey è terrorizzata da quello che ha visto e vorrebbe scappare anche se Maz le fa presente che è impossibile.
In questo frangente abbiamo ripensato a Fringe e alla frase detta da William Bell: “Spesso la fuga dal proprio destino si risolve portandoci direttamente alla sua porta…”
Rey fugge fisicamente da quello che ha visto, fuori dai sotterranei, fuori dalla locanda. Cerca persino di mandare via BB-8, lo scaccia come si farebbe come un cane che insiste per rimanere accanto al proprio padrone.

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E questi sarebbero primi passi veloci? Davvero?
Andiamo avanti: Rey viene catturata da Kylo Ren e torturata da questi per farla cedere e così tradire la resistenza e svelare l’ubicazione di Luke. Ubicazione che lei stessa al momento ignorava. E istintivamente usa la Forza per contrastare Kylo. Troppo veloce?
In fondo stiamo parlando di una donna che è cresciuta cercando di sopravvivere in un mondo desertico facendo la fame. Avete idea di quanto possa essere forte la spinta di sopravvivenza? Perché è questo che è scattato in lei. Non si è posta la domanda di come fosse possibile contrastare quello che Kylo stava cercando di fare, no.
Ha solo capito che, agendo in un certo modo, avrebbe potuto continuare a vivere.
Infatti, poco dopo, quando Finn le chiede come ha fatto a liberarsi lei risponde: “Onestamente non lo so e se te lo raccontassi non ci crederesti.”
Lei ha agito d’istinto, esattamente come Anakin quando vinse la gara degli sgusci e come Luke distrusse la Morte Nera. E l’istinto le ha permesso, dopo svariati tentativi peraltro, di riuscire nel suo intento.
Rey è un’eroina riluttante, un po’ come lo era a suo tempo Luke, che di primo acchito rifiutò di seguire Obi-Wan nella sua lotta contro l’impero.

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E’ al principio del suo cammino, chiaramente tracciato sulla figura di eroi ed eroine e non sappiamo dove la porterà, ma finora di perfetto e infallibile non vediamo nulla.
Facendo un attimo un passo indietro, quando lei e Finn prova a fuggire sul Millennium Falcon, si siede alla console e pilota malissimo, andandosi a schiantare ripetutamente sulla sabbia. Tanto che ci sembrava di sentire Han ululare di dolore al pensiero di vedere un simile scempio, ma no per molti lei stava pilotando bene. Ma quale film avete visto?
Altro punto saliente della trama è il duello tra Rey e Kylo Ren, quest’ultimo è ferito e ha appena compiuto un atto terribile, lei è sconvolta, anche perché ha assistito a quell’atto e in più c’è il suo amico Finn in fin di vita.
Entrambi sono rabbiosi e sono giovani.
Molto giovani.
Lei lo attacca con la spada laser e inizia un duello molto violento, dove però, è bene rimarcare, la ragazza non azzecca una mossa che è una.
Si fa guidare dalla rabbia e dall’istinto.
Ancora una volta siamo ben lontani dall’esagerata perfezione che alcuni criticano.
Rey è fallibile e è umana.

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E lo si vede anche nello splendido finale quando riporta la spada al suo nuovo (e forse antico? Chissà) maestro Luke Skywalker.
E’ uno sguardo implorante il suo.
Quello di una ragazza che cerca una guida e forse anche un padre.
E’ ancora presto per dire che lo ha trovato.
E per dire che Rey sia un personaggio totalmente riuscito.
Per ora sembra interessante perché è una ragazza che sa combattere e fa le sue stupidaggini.
Vedremo se diventerà un’eroina all’altezza di Padmé e Leia.

***

Mary Sue in Star Wars? Grazie, no, niente gabbie di stereotipi nella Galassia Lontana Lontana. – di Chiara Liberti

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Talvolta, quando sento alcune persone criticare un personaggio femminile di un film o di un libro, dandole della Mary Sue, il primo istinto che mi assale è quello di farmi una sana risata, poiché troppe volte si confonde il personaggio dotato di un certo tipo di carattere con lo stereotipo chiamato Mary Sue. Secondo alcuni canoni che girovagano tra i post dei social network allora anche una stragrande maggioranza di eroine letterarie cadrebbe nella trappola di questo prototipo: da Jo March di Piccole Donne, a Milady dei Tre Moschettieri… e perfino Pollyanna s’è vista un giorno appiccicare l’ignominioso bollino.

Dopo dichiarazioni del genere viene da sé comprendere che molto probabilmente in molti non hanno idea di cosa caratterizzi la vera Mary Sue.

La Mary Sue per prima cosa è una accentratrice di trame. E’ il punto attorno a cui ruota il mondo della storia, il fulcro, l’ombelico del mondo… beh, insomma, s’è capito, no? Talvolta capita addirittura che la trama sia ridotta al minimo spessore – questa è in realtà più una caratteristica delle fanfiction, per fortuna, che dei film e dei romanzi – perché ciò che deve emergere sono solo le caratteristiche della Mary Sue di turno.

Rey di Star Wars VII ha questa caratteristica? No, nel più categorico dei modi, pur essendo una saga incentrata sulla famiglia Skywalker. Viene presentata come un personaggio alla pari di Finn, Poe e gli altri. Tralasciamo per qualche istante le grandi somiglianze con Luke ed Anakin – il pianeta desertico, le prime parole del personaggio che sono in lingua indigena proprio come un certo bimbetto biondo schiavo su Tatooine – e concentriamoci invece sulla trama del film. Fino al momento in cui la ragazza viene letteralmente “attivata” dalla Forza tramite la spada laser di Anakin Skywalker il suo ruolo è sul medesimo piano degli altri personaggi. E anche dopo, a dirla tutta, quel ruolo non cambia di molto, giusto il finale fa eccezione, con il combattimento contro Kylo Ren.

Vi ricorda qualcosa, o meglio, qualcuno?

Luke Skywalker, proprio lui. Presentato alla pari degli altri personaggi, sempliciotto – molto più di Rey a dirla tutta – acquisisce una certa importanza solo sul finale, durante la battaglia aerea nel canalone della Morte Nera. Nessun accentramento di trama.

E come potrebbe essere altrimenti? Questa è la terza parte di una saga ancora in fase di costruzione, quella medesima saga che ha visto il suo protagonista principale cambiare radicalmente, da bambino ad adulto, da schiavo a jedi, da sith ad eroe redento. E’ una saga che ha dell’evoluzione dei personaggi uno dei suoi punti di maggior forza. Ingabbiare Rey in una bolla di mary-suaggine significa non aver ancora capito come approcciarsi alla Galassia di Lucas.

Mary Sue è quell’eroina dai poteri così eccezionali, ma così eccezionali, da far venire i capelli bianchi a Gandalf, Silente ed Obi-Wan Kenobi, in contemporanea, senza nemmeno che ci sia bisogno di trucco e parrucco.

Dove starebbero i poteri eccezionali di Rey?

Non nell’uso della Forza, come già spiegato perfettamente nella prima parte di questo articolo. Quando la ragazza riesce a farsi liberare – omaggio bellissimo al romanzo Canon L’Ombra dell’Impero, nel quale Luke si libera allo stesso modo – le ci vogliono più tentativi, dettati più che altro dal “proviamo, tanto peggio di così non può andarmi”. Ha compreso una piccola parte del meccanismo d’uso della Forza e prova a capire fin dove può spingersi per salvarsi la pelle. Non uno sfoggio di poteri sovrumano ed innaturale. Lo stesso discorso si può fare per il saper pilotare, e qui credo che a molti sia anche sfuggita questa frase: “ho imparato a pilotare ma non ho mai lasciato il pianeta”, detta da una Rey entusiasta dopo che è riuscita a seminare gli inseguitori su Jakku. Non è un’abilità innata, spuntata chissà come, le è stata insegnata, così come ha appreso la meccanica del Falcon.

Il combattimento contro Kylo Ren.

Per chi ancora non lo avesse compreso, Ben è stato ferito da un colpo di balestra di Chewbacca. Non da una cerbottana, né da un semplice blaster. E’ sufficiente guardare bene la battaglia di Takodana per rendersi conto della potenza dell’arma del wookie. vlcsnap-2016-06-22-12h45m48s73Ora, con una ferita del genere puoi essere Oscuro quanto ti pare, ma sempre ferita resta e se hai anche la mente un bel po’ sconvolta per aver commesso un parricidio è discretamente logico che non sei al cento per cento delle tue capacità di combattere. Una Rey disperata, in preda ad emozioni forti ed ad un altrettanto forte motivazione a salvare la pelle ed i propri amici, può tenerti testa, senza riuscire a fare comunque tutto questo granché di combattimento. Tanto più che è evidente in Kylo Ren la volontà a non ucciderla.

Mary Sue, dunque? Proprio no, nemmeno qui.

Confondere il sapersela cavare – con anche una discreta dose di “fattore c” – con le caratteristiche della mary-suaggine mi fa pensare che ad alcune persone non vada a genio quel carattere di indipendenza ed intraprendenza femminile che da sempre è stato uno dei punti forti di Star Wars.

Posto, infine, che questo è solo il primo film di una nuova trilogia, è del tutto possibile che di qui ai prossimi sviluppi le carte in tavola cambieranno più di una volta, così come i personaggi. Voler ragionare già per archetipi fatti e finiti, e qui mi riferisco a tutti i personaggi della saga, equivale ad ingabbiare non solo una trama, ma un’intera Galassia Lontana Lontana.

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