Your name

“C’è un filo invisibile che ci lega alle persone della nostra vita. Quelle veramente importanti hanno un filo così resistente che non può spezzarsi mai. Magari queste persone non le vediamo, non le sentiamo e non sappiamo più nulla di loro…ma non importa, sono dentro di noi. Magari un giorno, tirando quel filo invisibile, riusciremo anche a riportarle da noi.” (Laura Sacchini)

Non so quanto ci sia di vero in queste parole, ma certi incontri non avvengono mai, altri vorremmo accadessero e altri potrebbero accadere; esistono persone con cui ci sentiamo a nostro agio e altre che vorremmo solo dimenticare e ancora ci sono eventi che conducono ad altri eventi, una sorta di reazione a catena a cui molti attribuiscono un nome: destino. Insomma “Incontri milioni di persone e nessuna ti colpisce veramente. Poi un giorno ne incontri una…e la tua vita cambia, per sempre.” (dal film “Amori e altri rimedi”)
Sì, sto tergiversando! Ho scomodato citazioni per giustificare il mio amore per il film d’animazione giapponese del 2016 Your name, scritto e diretto da Makoto Shinkai, connesso all’omonimo romanzo dello stesso regista e di cui J. J. Abrams dovrebbe dirigere un remake live action per la Paramount.
Mitsuha Miyamizu è una studentessa che abita in un tempio, a Itomori nei pressi di Tokio, insieme alla sorella minore Yotsuha e alla nonna Hitoha, che sogna una vita meno monotona nell’affascinante metropoli. Taki Tachibana è un liceale, appassionato di arte e architettura, che abita nel centro di Tokio e lavora part-time nel locale italiano Il giardino delle parole, in riferimento ad un’opera precedente di Shinkai (ne consiglio la visione se non altro perché si assiste a quarantasei minuti, anche qui, di pura poesia costellata di incontri e attese). Un giorno Taki si sveglia nel corpo di Mitsuha, la quale a sua volta si sveglia nel corpo del ragazzo. Cosa si nasconde dietro questi strani avvenimenti?

Sembra di ritrovare quella distanza spazio-temporale che separava Kate (Sandra Bullock) ed Alex (Keanu Revees) ne La casa sul lago del tempo, film del 2006 di Alejandro Agresti, anche se i protagonisti comunicavano attraverso lettere; il concetto di fato poi sembra rievocare l’atmosfera dell film del 2001 di Peter Chelsom, Serendipity-quando l’amore è magia, in cui Jonathan (John Cusack) e Sara (Kate Beckinsale) si incontrano, si sentono attratti e si affidano al destino.


Al successo della pellicola ha certamente contribuito la splendida colonna sonora, composta da Yojiro Noda, cantante dei Radwimps, che infonde suggestione in particolar modo nelle scene legate al primo e ancor di più al secondo magico incontro e in effetti brani come “Non è niente” (Nandemonaiya) e “Vita prepreprecedente” (zenzenzense) arricchiscono la pellicola.
Al contrario di alcuni polpettoni pseudo struggenti credo che Your name, possa coinvolgere anche gli spettatori anaffettivi, quasi quanto il protagonista della serie televisiva Sherlock! Provare empatia per quella strana sensazione, quel vuoto che non può essere riempito da chiunque e arrivare, così, al punto da chiedersi come vada a finire e da sperare in un lieto fine per due che come loro ci sperano e si cercano, anche se la domanda principale rimane sempre la stessa: qual è il suo nome?

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