Bambi – Walt Disney – Recensione

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Il quinto Classico Disney Bambi, ispirato al romanzo Bambi, la vita di un capriolo di Felix Salten, esce in Italia l’11 febbraio 1948, sei anni dopo la distribuzione nelle sale statunitense. Da capriolo nel libro a cervo nel film: Milt Kahl, uno dei disegnatori insieme a Frank Thomas, ripropone i tratti naturali del cervo, ma lo rende più umano ampliando le dimensioni degli occhi e del muso.


Insieme alla morte di Artax, cavallo di Atreyu (Noah Hathaway) che, nella Storia infinita sprofonda nel fango delle Paludi della tristezza e quella di Mufasa, re della Savana e padre di Simba, gettato dal malvagio fratello Scar in mezzo a una mandria impazzita di Gnu, l’uccisione della madre di Bambi associata al rumore dello sparo di un fucile, anche se si intuisce, avviene per mano di un gruppo di cacciatori, rientra tra i traumi cinematografici che hanno segnato generazioni.
La narrazione bucolica inizia col cinguettio degli uccellini, le suggestive immagini di un bosco e il fermento dei suoi abitanti per la nascita di Bambi, un cerbiatto denominato “principino” in quanto figlio del “coraggioso e saggio” Grande Principe della foresta.
Giorno dopo giorno il piccolo protagonista comincia a guardarsi intorno, ad interrogarsi sulla realtà che lo circonda, a scambiare le farfalle per uccelli, i fiori per farfalle e le puzzole per fiori. Può però contare su un ingenuo mentore, un irresistibile coniglietto di nome Tamburino e su altri compagni d’avventura, tra cui una cerbiatta (Faline), un cucciolo di moffetta (Fiore) e un saggio Gufo, adorabilmente scorbutico e probabile antenato di Anacleto, l’animale domestico di Merlino ne La spada nella roccia.


Cresciuto dal Grande Principe dopo la morte della madre, il piccolo principino diviene, come si può dedurre dall’andatura fiera e dal tono di voce più virile, un giovane aitante cervo munito di corna! Ritrova i suoi amici di infanzia, tra questi l’amico gufo che dà vita ad un delizioso siparietto in stile Super Quark nel momento in cui mette in guardia Bambi e gli altri da un “terribile” fenomeno: il “rincitrullulimento”.
“Quasi tutti si rincitrulluliscono in primavera, per esempio tu te ne vai passeggiando pensando ai fatti tuoi, senza curarti di guardare a sinistra o a destra, quando tutto a un tratto il primo sguardo si posa su di un musetto grazioso. Ti incominciano a tremare le ginocchia, ti gira la testa, ti senti leggero come una piuma e prima che tu te ne accorga navighi fra le nuvole ed è allora che cominci a fare follie e perdi completamente la testa. E questo non è tutto. Può accadere a chiunque, farete bene a stare attenti…” (Gufo)


Mai sottovalutare “le conseguenze dell’innamoramento” e così inizialmente restii, Bambi, Tamburino e Fiore incontrano le loro anime gemelle e si rincitrulluliscono! Il cervo, innamorato di Faline, si scontra col rivale in amore Ronno e riesce ad avere la meglio, ma c’è un nemico della foresta, ancor più agguerrito e, nel film, invisibile quanto ingombrante: l’uomo.
Un Golden Globe (premio speciale a Walt Disney) e tre nomination agli Oscar (migliore colonna sonora, miglior canzone a Frank Churchill e miglior sonoro a C.O. Slyfield) per questo lungometraggio d’animazione diretto da David Hand, James Algar, Bill Roberts, Norman Wright, Sam Armstrong, Paul Satterfield, Graham Heid. Inoltre nel 2006 viene distribuito nei cinema italiani un midquel intitolato Bambi 2-Bambi e il Grande Principe della foresta.

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