Loro 1 di Paolo Sorrentino- la recensione

 

Loro 1 è la prima parte del nuovo film di Paolo Sorrentino uscito il 24 aprile scorso. Sono passati diversi anni dal suo ultimo lavoro sul grande schermo, era infatti il 2015 quando nelle sale usciva “youth, la giovinezza”, nel mezzo però c’è stata anche la serie televisiva “the young Pope”. Si è scritto e si è detto molto su questa nuova pellicola, soprattutto per quanto riguarda la lavorazione, un progetto semi segreto del quale si sapeva solo, per dichiarazione del regista, che avrebbe trattato la vita di Silvio Berlusconi. Fin da subito quindi un progetto molto ambizioso, convogliato in due semi film: loro 1 e loro 2.


La pellicola per intero tratta dei fatti accaduti in Italia tra il 2006 e il 2010, avvenimenti che come dichiarato fin dall’inizio della pellicola sono solo ispirati a fatti e a personaggi veri, si è dato spazio quindi alla libera interpretazione del regista che basandosi sulla realtà cerca di fornire allo spettatore una profonda riflessione sui tempi recenti e di scavare a fondo sulla figura di Silvio Berlusconi.
In questo primo film, nonostante i dichiarati intenti iniziali, di Silvio Berlusconi si vede ben poco. La vicenda vede infatti protagonista  Sergio Morra, interpretato da Riccardo Scamarcio, un uomo che gestisce un grande giro di ragazze che utilizza per corrompere ed intrattenere politici, il suo scopo è quello di raggiungere l’uomo più potente d’Italia.  Il film nella sua prima parte è caratterizzato da immagini molto forti, spinte, carnali che obbligano lo spettatore a ritrarsi, a provare un senso di disgusto verso ciò che è rappresentato che coincide con la degenerazione di un’intera società di cui, a causa dell’abitudine non siamo più in grado di cogliere la sua decadenze.


È un ambiente infimo in cui uomini e donne senza scrupoli sono disposti a tutto pur di raggiungere il Lui; questi sono Loro, i veri protagonisti del film, la cui esistenza, come la scritta sulla locandina dal fondo nero, non è altro che vuota, sono loro stessi a dichiarare di non saper fare nulla e di non avere talenti, preferiscono vendersi, unirsi alla massa, farsi ingannare conducendo così un’esistenza assolutamente vuota. L’immagine iniziale del film, di tutt’altro genere rispetto a festini e corruzione, è dunque emblematica, quei Loro siamo in realtà anche noi, incapaci di aprire gli occhi su un mondo che ci sta manipolando, rimaniamo piuttosto immobili davanti ad un televisore mentre tutto va a pezzi.
Lo stile di Sorrentino nei primi ¾ del film è inconfondibile, nella vicenda di Morra, nel suo camminare, nel suo organizzare e controllare, si ritrova molto dei lavori precedenti del regista campano. Riecheggiano infatti l’ambientazione e lo stile della Grande Bellezza, la cura del Divo, ma ci sono anche molti richiami a youth, al vuoto eistenziale di This Must Be the place e a tutti gli altri. Al centro di tutto vi è un uomo apparentemente potente, ma solo, un personaggio tipico del cinema di Sorrentino che riecheggia gli uomini solitari di Scorsese. Intorno a lui altre figure, anch’esse vuote e sole che si agitano in un mondo deformato e privo di valori. Tendono verso l’apice, dispiegano la loro vita pur di raggiungerlo, come il protagonista de “il grande Gatsby”, lo straordinario personaggio di F.Scott Fitzgerald che organizzava feste nella sua enorme villa con l’unico interesse di attirare l’attenzione della sua amata Daisy. In questo caso il tutto è molto meno letterario, l’obiettivo è Lui, una figura misteriosa di cui non viene nemmeno citato il nome, lo spettatore sa fin da subito che si tratta di Silvio Berlusconi, ma la scelta di mantenerlo nell’ombra è molto studiata. È come se si volesse mettere ancora più in evidenza l’inumanità della vicenda dove la massa informe dei Loro è completamente sottomessa a quel Lui di cui non si sa nulla, non lo conoscono eppure rappresenta un traguardo, un potere, o forse semplicemente una menzogna.


Silvio Berlusconi, interpretato da un magistrale Toni Servillo, fa il suo ingresso quando il film è già avanzato, ma da quel momento cambia decisamente tono e subisce una brusca impennata. La vita di Berlusconi pare subito in antitesi con quella mostrata in precedenza,  è ritratto nella sua idilliaca casa in Sardegna, lontano da tutti e da tutti, in un luogo esterno allo spazio conosciuto. Quella che ci viene fornita è inizialmente l’immagine di un uomo comune, ma del quale salta all’occhio il modo di comportarsi:, è estremamente comico, una comicità che è quasi entra in contrasto con i personaggi creati da Sorrentino, è lui stesso a dichiarare al nipote di prenderlo in giro, ma è in realtà la presa in giro di un pubblico più ampio, l’inganno anche nei confronti di se stesso. La sua è estremamente una figura problematica, un uomo potente sotto il cui direttivo dipendono le sorti dell’Italia in tutti gli ambiti, gestisce e controlla, ma nel contempo non riesce ad esercitare il medesimo potere sulla propria vita. Egli infatti si trova in piena crisi matrimoniale, sua moglie Veronica (Elena Sofia Ricci) lo sta per lasciare e lui è incapace di riconquistarla, anche lei è un personaggio particolare, è sempre ritratta nella lettura di libri i cui titoli e contenuti paiono descrivere la psiche del marito.
Loro 1 è un film intenso, maniacalmente curato , ricco di spunti, di immagini forti, ma anche di minuscoli particolari che racchiudono il vero senso del film. Un ritratto di un’Italia degenerata e che pare aver perso la retta via, un immagine più o meno fedele di un popolo di cui viene forse mostrato il lato peggiore. La pellicola si interrompe all’improvviso lasciando la vicenda in sospeso, ma con la possibilità di una svolta importante. Bisognerà aspettare fino al prossimo 10 maggio per sapere fino a che punto si spingerà l’analisi del regista partenopeo del personaggio di Berlusconi  con lui di tutto il nostro paese.

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