Perché non è un Gary Stu – Luke Skywalker parte 2

 

Luke Skywalker non è un maestro perfetto ma è rivoluzionario.
Vi spieghiamo perché.

Riprendiamo a parlare di Luke Skywalker dopo la prima parte del nostro saggio su di lui.
Crediamo che la figura di Luke sia l’emblema di come troppe persone guardino la pagliuzza negli occhi degli altri e non vedano la trave che c’è nel proprio occhio.
Da qui in avanti saranno presenti pesanti spoiler di The Force Awakens e The Last Jedi.
Decidete voi se continuare.

Sono settimane e settimane che leggiamo di come Luke sia stato bastardo, imperdonabile, carogna per aver Pensato, sottolineiamo pensato, di voler uccidere il nipote dopo aver visto dentro di lui un male viscido e senza appello.
Mentre abbiamo letto che la reazione del suddetto nipote di fare stragi e scegliere la via del male sarebbe stata legittima.

Si può discutere fino a domani di come sia sbagliato fare il processo alle intenzioni ma qui manco c’è stato un processo o meglio c’è stato nei confronti di Luke perché lui ha avuto solo un pensiero.
Sbagliatissimo, orrendo, e su questo siamo d’accordo, ma un pensiero di cui si è subito pentito e ha espiato fin troppo.
Ben no, ha ucciso e non se ne pente. Si vede come una povera vittima.
C’è una sproporzione gigantesca tra le accuse senza appello a Luke e le assoluzioni di Ben e noi non ci stiamo.
Chi accusa Luke è consapevole di essere dogmatico e puritano? Le stesse surreali accuse mosse a Luke peraltro, solo per aver visto il male in sua santità Ben.
Vorremmo che fosse chiara una cosa.
Una persona è libera di farsi tutti i film che vuole sulle coppie ma nel momento in cui giudica un’opera deve basarsi sui fatti e finora le fan della Keylo debbono mettersi in testa una cosa: l’unica persona che, allo stato attuale, crede nella redenzione di Ben è proprio Luke.
Rey, la presunta altra metà della mela, odia Ben. Ne ha schifo. Alla fine di The Last Jedi gli sbatte la porta in faccia tanto è grande il disprezzo. Luke non ha separato nessuna coppia perché non esiste nessuna coppia, è Ben che ha scelto il male e Rey è stata così presuntuosa da pensare di poter redimere qualcuno con uno schiocco di dita.
Leia è inorridita dal figlio e non si fa scrupolo di bombardare nelle zone dove si trova.
Chewbacca vive il tutto come un tradimento, intendiamo Ben assassino di suo padre.
Quindi no way. Solo Luke lo vuole salvare.
Proviamo a ripartire da episodio sette, The Force Awakens.
Ciò che viene ritratto avviene 30 anni dopo la Battaglia di Endor e la distruzione della seconda Morte Nera. Luke sembra essere scomparso dalla circolazione. L’unica traccia rimasta di dove lui possa essere è iscritta in una mappa che si trova a Jakku, nelle mani di Lor San Tekka. La Ribellione o, più precisamente il Generale Leia Organa, manda in missione Poe Dameron, il miglior pilota che ha a sua disposizione, per recuperare la mappa, ritrovare l’ultimo Jedi rimasto e chiedere aiuto. Sfortunatamente per loro anche il Primo Ordine è sulle stesse tracce per ucciderlo e così annientare una volta per tutte i ribelli.
Ancora una volta Luke è considerato l’ultima speranza per i buoni.
Chi conosce la saga di Star Wars sa che è così da sempre.
Luke e sua sorella sono il faro che illumina la notte più nera.
Da sempre.
Chi non sa questo non conosce la mitologia di Star Wars.
Alla fine de La vendetta dei sith, quando venne mostrata la nuova destinazione dei neonati gemelli Luke e Leia, non solo vennero suonati i loro temi musicali, quello di Luke è anche chiamato il tema della Forza, ma pure il tema portante di Una nuova speranza.
Sembra incredibile dover spiegare questo dopo 40 anni di saga ma a quanto pare serve.
Quando Rey arriva da Luke, egli, come abbiamo già detto nella nostra recensione, non è molto propenso a voler addestrare.

Alla fine, dopo aver parlato con il caro R2, forse l’unico, insieme a Leia, che gli chiede come sta, mentre gli altri pretendono e basta, sì anche Rey, Luke decide di concederle tre lezioni.
Tre lezioni che la ragazzina comprende solo a fine film.
Luke si comporta come Socrate con i suoi allievi, fa da “levatrice” facendo vedere a Rey che la Forza, l’energia che tanto la affascina, è dentro di lei.
Luke usa dunque la maieutica. Non dà lezioni dogmatiche come facevano i Jedi del vecchio ordine con suo padre, invita la giovane a pensare con la sua testa, un esercizio un po’ difficile se si è un po’ esaltati e si crede che pensare sia seguire a pappagallo le orme degli eroi.
A proposito di pensare con la propria testa uno dei personaggi chiaramente derivati da Luke, ovvero Peter Bishop di Fringe, di cui abbiamo approfonditamente nel primo articolo di questa rubrica, dice che il suo libro preferito è “Se incontri Buddha sulla tua strada, uccidilo!” perché “Ti insegna a non dipendere dagli altri per avere le risposte.”
Non è un esercizio facile perché questa società insegna che è più facile omologarsi e seguire la massa ma ne vale la pena.
Perché si scopre se stessi.
Luke vuole insegnare questo a Rey anche correndo il rischio di perderla.
Veniamo alla famigerata scena che proprio Rey scopre, attraverso la versione distorta di Ben/Kylo.
Ne abbiamo parlato in tutte le salse e vorremmo farlo approfondendo meglio alcune questioni.
Secondo diverse persone in quella scena Luke sarebbe out of character anche nella sua versione.
È una questione molto controversa e, tralasciando coloro che vedono Luke come il jedi perfetto, vorremmo provare a rispondere a chi ama e conosce il personaggio quanto noi e la vede diversamente su quel momento.
È innegabile che sia una scena molto dura e molto scioccante.
Come può Luke, colui che ha saputo vedere il vero volto di suo padre oltre la nera maschera, pensare di uccidere il nipote in base alle visioni future?

Bella domanda.
La risposta la mostra il film ma avrebbe dovuto essere mostrata meglio.
Non pensiamo affatto che il nostro parere sia legge. Ci stiamo solo limitando a esporlo.
Per noi è stato un errore non approfondire bene la versione di Luke, facendo solo sentire ciò che ha visto, senza mostrarlo.
Dovevamo vedere gli orrori a cui ha assistito Luke per comprendere al meglio le sue paure.
C’è poi una questione. Andava mostrata la versione di Ben?
Alla luce del fatto che troppe persone, non noi, se la siano bevuta e abbiano sproloquiato di brutto, arrivando a dire cose totalmente idiote (“Da tempo Ben sospettava di Luke” 😂😂😂 oppure “Luke si comporta da codardo e bugiardo per tutto il film”😂😂), la nostra risposta è no.
Sappiamo cosa significa in Star Wars la storia del “da un certo punto di vista”, chi ama la saga Veramente lo sa.
Ma chi non la conosce e la segue da poco no e commette dei grandi errori.
Inutile negare che nel fandom si sia creata una gigantesca frattura e vi sono delle risse tutti i giorni anche per quella doppia versione.
Per noi è chiaro che quella di Ben sia falsa ma per altri no. Per troppi altri.
Detto ciò. Luke è out of character?
Proviamo a pensare cosa ha visto, l’audio è chiaro, si sente il massacro di Jakku. E Luke dice che: “Ben avrebbe distrutto tutto ciò che io amavo!”
È pesante pensare di uccidere il proprio nipote per i crimini che forse farà? Sì.
È sbagliato? Sì.
È ingiusto? Sì. Avrebbe potuto parlare con il nipote? Sì.  È umano e comprensibile? Sì.
Luke, per noi, era in character.
Ha pensato, probabilmente, che uccidendo lui avrebbe salvato degli innocenti.
È lo stesso discorso di quando distrusse la Morte Nera.
A volte si teme di non avere scelta.
A volte non lo si ha davvero.
Ci sono delle volte in cui le uniche scelte che ti rimangono sono quelle cattive.” ha affermato Philip Broyles, Fringe.
Luke ha temuto che fosse così poi, come suo solito, avrà pensato: “Devo credere ci sia un’altra via”, usando le parole di Peter Bishop.
La via meno battuta perché lui è diverso.
E sarà inaspettatamente Yoda a spingerlo a tornare l’eroe di un tempo, anche se, per noi, vi sono diversi punti contraddittori.
Luke voleva chiaramente farsi trovare, visto che ha lasciato lui la mappa in R2, ha finto di voler bruciare i libri, quando, probabilmente, sapeva bene che Rey se li fosse già presi, le ha appunto insegnato in maniera nuova e diversa e probabilmente sapeva che per capire certe lezioni, devi sbatterci la testa contro. Lui lo sa meglio di chiunque altro. Per crescere devi affrontare la vita, anche facendo delle gran cavolate.
Yoda glielo dice chiaro:
Il fallimento il più grande maestro esso è.

E vorremmo toglierci un sassolino dalle scarpe, ovvero vorremmo chiarire una volta per tutte cosa è successo alla fine di The Last Jedi.
E’ intervenuto Rian Johnson, il regista, mostrando un libro. “The Jedi Path”, “Il codice Jedi”, in cui viene fatta menzione di una tecnica chiamata Doppelganger o Similfuturus. Traduciamo letteralmente la voce:
“Permette a un Jedi di creare un duplicato di breve durata, di sé stesso o di un oggetto, che è visivamente indistinguibile dall’originale. Chi ha perfezionato questa tecnica può creare apparizioni di persone di propria scelta o ingannare i propri nemici mostrando loro più oggetti, tipo droidi, di quanti siano realmente presenti.”
E’ chiaro? Luke ha usato questa tecnica a svariati parsec di distanza da dove si trovava realmente. Né Kylo Ren, né le altre persone presenti si sono resi conto di quello che stava succedendo davvero. Forse solo Leia ha capito. Forse.
Davvero dobbiamo credere che uno, che ha perfezionato una tecnica del genere a tal punto, sia invidioso di un ragazzino? Ci sentite ridere? Ecco.
Luke si sente in colpa per quanto è successo, è indubbio, permetteteci di dire che la reazione al presunto tradimento dello zio fu un attimo spropositata quanto lo sono le accuse di chi lo difende. Se ci si sente traditi dallo zio, si uccide o si tenta di uccidere lui, non altri, non si fanno stragi.

Luke, durante tutto il duello, riprende a fare il maestro al giovane Solo. Prima lo prende bonariamente in giro, poi lo spinge a tirar fuori tutte le sue convinzioni sbagliate, scusandosi con lui e infine gli dice che sia lui che suo padre (ovvero Han) gli saranno sempre vicino. Siamo ancora dalle parti della maieutica. Luke insegna al suo allievo, cercando veramente di redimerlo e probabilmente lo ha già perdonato, anche se dice il contrario. Dopo tutto lui è l’unico che ci crede ancora. E’ lui che dice: “Niente è davvero perduto.” che sembra essere una citazione della poesia di Walt Whitman:
Nulla è mai veramente perduto, o può essere perduto,
nessuna nascita, forma, identità – nessun oggetto del mondo,
né vita, né forza, né alcuna cosa visibile;
l’apparenza non deve ingannare, né l’ambito mutato confonderti il cervello.
Vasti sono il tempo e lo spazio – vasti i campi della Natura.
Il corpo lento, invecchiato, freddo – le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,
la luce degli occhi divenuta tenue, tornerà puntualmente a risplendere;
il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
con l’erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.

Il maestro Skywalker con il suo gesto salva la resistenza e tende la mano verso il giovane nipote, lasciando quei dadi anche per lui e infine Ben sembra percepire quell’invito perché li prende in mano a lungo prima che svaniscano.
A proposito dei dadi, ricordiamo che prima di tutto li porta a Leia, citando la frase sopra. Il suo rapporto con la sorella diventa ancora più forte, li vediamo anche connettersi mentalmente, mostrando un affetto e un legame indissolubile. Quando Luke appare a fine film va prima di tutto da lei, rassicurandola, cosa che lei fa con lui. Niente può spezzare il loro legame, nemmeno la morte. I gemelli saranno sempre al centro delle vicende di Star Wars.

Non sappiamo cosa avverrà nel prossimo film, vi sono ancora diverse storie in ballo, sappiamo solo che Luke ha salvato tutti, riportando speranza nella Galassia come ha sempre fatto.

E scusate se preferiamo un eroe fallibile, umano ma generoso e altruista come pochi a tanti finti eroi di cartapesta.
Essere eroi non significa essere perfetti.
Essere eroi significa saper andare oltre le proprie debolezze, i propri fallimenti e fare la cosa giusta e non è facile per niente ve lo assicuriamo.
In realtà non crediamo che la storia di Luke sia finita quando lo si è visto unirsi alla forza. No. Manca ancora un tassello e siamo convinte che lo vedremo nel prossimo episodio.
Forse si potrà anche vedere la risposta a una vecchia questione irrisolta ossia se il mondo al di là della Forza sia accessibile solo a chi la usa o a tutti gli altri. Dopotutto Luke ha parlato di Han a Ben Solo, dicendo che entrambi saranno sempre con lui. Da questo deduciamo che lui spera di incontrarlo di nuovo dall’altra parte.
Alla faccia dell’eroe dogmatico, eh?

Tu mi guardi ma non mi vedi” dice la dodicesima incarnazione del Dottore a Clara Oswald. Noi potremmo affermare lo stesso qui con Luke. Molti non hanno visto la sua grandezza, pur osservando le sue azioni e si aggrappano a un misero errore, umano, per offuscarne la luce.
Alcuni giorni sono speciali. Di tanto in tanto, quando il vento è quello giusto e il Dottore riceve una chiamata, tutti vivono.
Cosa c’entra voi direte? C’entra perché Luke, come il Doctor, può essere giustamente arrabbiato con il mondo intero, disperato, triste ma quando qualcuno viene a cercarlo, lui prova a salvare tutti, anche il nipote “cattivo”.
E speriamo ci riesca anche questa volta.

Ci sembra giusto, prima di chiudere, sottolineare l’eccellente performance attoriale di Mark Hamill, che, cresciuto con il suo personaggio ormai iconico, è diventato un attore completo, anche per le sue esperienze a Broadway, L’uomo Elefante, tratto dall’opera di Bernard Pomerance, diretto dal premiato regista teatrale Jack Hofsiss e Amadeus di Peter Shaffer, da cui venne tratto l’omonimo film del premio Oscar Milos Forman, giusto per citare due suoi più grandi successi.

E nel doppiaggio di cartoni animati, doppiaggi diventati iconici quanto Luke, quali Joker e Trickster, ruolo, che ha portato sullo schermo nella serie tv Flash negli anni 90 e poi ripreso in quella attualmente in onda.

Articolo redatto da Silvia Azzaroli e Simona Ingrassia

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2 commenti

  1. Bellissimi articoli, quelli su Luke. Un personaggio grande ed umile, il cuore puro della Saga.
    Vorrei tanto che, in tutti noi, ci fosse un pezzettino di Luke.

    1. E io vorrei tanto che ci fossero più fan come te cara Anna. Grazie di averli letti e di averli amati. E’ un onore. Hai detto giusto: Luke è il cuore puro della saga e serve avere un pezzettino di lui in ognuno di noi!

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